Nel centro di città bassa, a pochi passi dai propilei di Porta Nuova, svetta il monumento dedicato alla memoria dei caduti della Grande Guerra. Al suo interno, un affascinante itinerario racconta la nascita del centro piacentiniano e della città moderna. Alla sommità della Torre, una terrazza panoramica offre una Bergamo mai vista

L’Italia Vittoriosa
Al centro della torre, posizionata tra l’orologio e il finestrone, si trova la statua della Vittoria, realizzata nel 1923. Dopo vari sondaggi e progetti presentati, la commissione giudicatrice decise di affidare l’opera allo scultore bergamasco Alfredo Faino (1885-1944). Inizialmente il materiale costruttivo avrebbe dovuto essere il marmo di Zandobbio, ma successivamente si opta per il bronzo. La statua è un’allegoria dell’Italia Vittoriosa: la donna rappresentata, vestita in abiti da guerra, tiene nella mano destra la Vittoria, mentre nella sinistra è presente una spada in posizione di riposo.

Orologio meccanico
Il meccanismo, oggi esposto al quinto piano della torre, azionava l’orologio esterno a due quadranti. Peculiarità tecnica era lo scappamento Chevilles, noto anche come «scappamento a pironi», con perni perpendicolari al piano della ruota di scappamento anziché i tradizionali denti. Inventato agli inizi del XVIII secolo, veniva ampiamente utilizzato per la robustezza e le ridotte necessità di manutenzione. Usando il metodo «a catena continua», manteneva la misura del tempo anche in fase di carica, effettuata ogni dodici ore. Depositaria del brevetto per il caricamento automatico degli orologi da torre in Italia, la ditta Cavalier Giovanni Frassoni era il più importante produttore tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Altoparlante
L’impianto audio che era in funzione presso la Torre dei caduti assembla componenti di vari marchi prodotti in anni diversi. L’altoparlante veniva utilizzato per diffondere nella piazza sottostante musica e discorsi. Il giradischi – marca LESA – è il modello VE1, prodotto dal 1940 al 1948. La radio e l’amplificatore sono della ditta Condor di Milano. La tromba riporta il marchio Geloso e compare sul catalogo del 1953. Il disegno “a giglio” e i materiali impiegati sono studiati appositamente per installazioni all’aperto. La potenza massima dell’impianto era di 50 watt.

L’Italia Vittoriosa
Al centro della torre, posizionata tra l’orologio e il finestrone, si trova la statua della Vittoria, realizzata nel 1923. Dopo vari sondaggi e progetti presentati, la commissione giudicatrice decise di affidare l’opera allo scultore bergamasco Alfredo Faino (1885-1944). Inizialmente il materiale costruttivo avrebbe dovuto essere il marmo di Zandobbio, ma successivamente si opta per il bronzo. La statua è un’allegoria dell’Italia Vittoriosa: la donna rappresentata, vestita in abiti da guerra, tiene nella mano destra la Vittoria, mentre nella sinistra è presente una spada in posizione di riposo.

Orologio meccanico
Il meccanismo, oggi esposto al quinto piano della torre, azionava l’orologio esterno a due quadranti. Peculiarità tecnica era lo scappamento Chevilles, noto anche come «scappamento a pironi», con perni perpendicolari al piano della ruota di scappamento anziché i tradizionali denti. Inventato agli inizi del XVIII secolo, veniva ampiamente utilizzato per la robustezza e le ridotte necessità di manutenzione. Usando il metodo «a catena continua», manteneva la misura del tempo anche in fase di carica, effettuata ogni dodici ore. Depositaria del brevetto per il caricamento automatico degli orologi da torre in Italia, la ditta Cavalier Giovanni Frassoni era il più importante produttore tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Altoparlante
L’impianto audio che era in funzione presso la Torre dei caduti assembla componenti di vari marchi prodotti in anni diversi. L’altoparlante veniva utilizzato per diffondere nella piazza sottostante musica e discorsi. Il giradischi – marca LESA – è il modello VE1, prodotto dal 1940 al 1948. La radio e l’amplificatore sono della ditta Condor di Milano. La tromba riporta il marchio Geloso e compare sul catalogo del 1953. Il disegno “a giglio” e i materiali impiegati sono studiati appositamente per installazioni all’aperto. La potenza massima dell’impianto era di 50 watt.

L’Italia Vittoriosa
Al centro della torre, posizionata tra l’orologio e il finestrone, si trova la statua della Vittoria, realizzata nel 1923. Dopo vari sondaggi e progetti presentati, la commissione giudicatrice decise di affidare l’opera allo scultore bergamasco Alfredo Faino (1885-1944). Inizialmente il materiale costruttivo avrebbe dovuto essere il marmo di Zandobbio, ma successivamente si opta per il bronzo. La statua è un’allegoria dell’Italia Vittoriosa: la donna rappresentata, vestita in abiti da guerra, tiene nella mano destra la Vittoria, mentre nella sinistra è presente una spada in posizione di riposo.

Orologio meccanico
Il meccanismo, oggi esposto al quinto piano della torre, azionava l’orologio esterno a due quadranti. Peculiarità tecnica era lo scappamento Chevilles, noto anche come «scappamento a pironi», con perni perpendicolari al piano della ruota di scappamento anziché i tradizionali denti. Inventato agli inizi del XVIII secolo, veniva ampiamente utilizzato per la robustezza e le ridotte necessità di manutenzione. Usando il metodo «a catena continua», manteneva la misura del tempo anche in fase di carica, effettuata ogni dodici ore. Depositaria del brevetto per il caricamento automatico degli orologi da torre in Italia, la ditta Cavalier Giovanni Frassoni era il più importante produttore tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Altoparlante
L’impianto audio che era in funzione presso la Torre dei caduti assembla componenti di vari marchi prodotti in anni diversi. L’altoparlante veniva utilizzato per diffondere nella piazza sottostante musica e discorsi. Il giradischi – marca LESA – è il modello VE1, prodotto dal 1940 al 1948. La radio e l’amplificatore sono della ditta Condor di Milano. La tromba riporta il marchio Geloso e compare sul catalogo del 1953. Il disegno “a giglio” e i materiali impiegati sono studiati appositamente per installazioni all’aperto. La potenza massima dell’impianto era di 50 watt.
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Torre dei Caduti
La Torre dei Caduti, con il passare dei decenni, è diventata il simbolo più riconoscibile del centro cittadino progettato da Marcello Piacentini.
Nella seconda metà dell’Ottocento lo spostamento del centro amministrativo e commerciale da città alta a città bassa, sancì la trasformazione dell’intera area dove sorge la torre.
Nel 1907 un concorso per il rifacimento della zona decretò vincitore il progetto di Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni, che rispondeva alle esigenze di funzionalità e modernizzazione e rispettava la visione di città alta.
I lavori esecutivi dell’area subirono un’interruzione allo scoppio della Prima guerra mondiale e ripresero solo al termine, con una importante modifica: il cambiamento di funzione della Torre. Da edificio decorativo divenne monumento dedicato alla memoria dei caduti bergamaschi della Prima guerra mondiale e acquisì carattere pubblico.

Scopri il percorso
Da elemento puramente decorativo a monumento in memoria dei caduti bergamaschi del primo conflitto mondiale: un viaggio in 6 tappe nella storia dell’edificio e del suo percorso espositivo.
01
Il sacrario dei caduti
Al primo piano dell’edificio il ricordo del sacrificio dei bergamaschi nel primo conflitto mondiale
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Il sacrario dei caduti
La sala-sacrario è dedicata ai bergamaschi caduti nella Prima guerra mondiale. L’amministrazione comunale fece incidere in oro i settecentonovantasette nominativi allora noti su lastre in marmo nero. A completare la decorazione della sala nel 1925 fu realizzato il crocefisso in noce, opera dei fratelli Zonca su antico modello fantoniano Nel 1936, su richiesta dell’Associazione combattenti, vennero aggiunti otto bergamaschi morti in Africa Orientale, tra i quali Antonio Locatelli. Lo stesso Locatelli è ricordato anche nel ritratto scultoreo al centro della stanza, realizzato dallo scultore Giovanni Avogadri e collocato nella torre nell’immediato secondo dopoguerra.
02
La città nella grande guerra
Al secondo piano il racconto della costruzione della torre e della vita a Bergamo durante la grande guerra
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La città nella grande guerra
Nel 1907 il Comune di Bergamo bandì un concorso per la «sistemazione edilizia dell’edificio della Fiera». Vinse il progetto “Panorama” di Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni. Nel progetto era inizialmente prevista una torre con funzione decorativa, ma con il tempo la torre cambiò fisionomia e funzioni. Nel 1919 Piacentini la disegnò più austera, per ricordare il Campanone in piazza Vecchia. Nel 1921 il Comune decise di dedicarla alla memoria dei bergamaschi caduti durante la Prima guerra mondiale. I lavori terminarono il 2 giugno 1924 e la torre venne inaugurata il 27 ottobre dello stesso anno.
03
Vita pubblica ai piedi della torre
L’intervento di Piacentini rafforza il ruolo di centro cittadino dell’area intorno alla torre
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Vita pubblica ai piedi della torre
Nell’area circostante la Fiera, tra Ottocento e Novecento, sorsero le sedi della pubblica amministrazione, della camera di commercio, delle istituzioni statali e di istituti bancari. Si definirono così le funzioni di un’area percepita e vissuta quale effettivo «centro cittadino». L’intervento di Piacentini e dei suoi collaboratori negli anni Venti rafforzò ruolo e funzioni del centro, disegnandone il nuovo volto architettonico. La Torre dei caduti divenne un punto di riferimento, meta obbligata di omaggio alla memoria bellica ed eroica, balcone da cui arringare la folla.
04
Vita quotidiana intorno alla torre
Al quarto piano un focus sullo svago e il tempo libero nel centro della città bassa
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Vita quotidiana intorno alla torre
Osservato lungo un arco temporale plurisecolare il centro di Bergamo bassa si presenta intensamente animato. Furono il complesso della Fiera dal IX secolo e l’Ospedale di San Marco dal XV a catalizzare i flussi di persone e merci. Altre strutture e attività si aggiunsero successivamente: teatri, sale cinematografiche, negozi, arterie stradali, bar, alberghi e ristoranti. Il progetto piacentiniano si è inserito in questa continuità: ha assecondato la vocazione sociale e commerciale estendendo i porticati e costruendo edifici idonei. L’area del centro, nel Novecento, è il palcoscenico di un’intensa vita sociale.
05
L’antico orologio
Il quinto piano è dedicato al meccanismo dell’orologio che campeggia sulla torre
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L’antico orologio
Il meccanismo, “una macchina orologio di forma orizzontale”, azionava l’orologio esterno alla torre prima dell’introduzione dell’elettronica. Batteva le ore e i quarti tramite due campane e disponeva di caricamento automatico. Venne costruito dalla ditta Cavalier Giovanni Frassoni di Rovato, il più importante produttore tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
06
Bergamo mai vista!
Sulla terrazza panoramica una veduta a 360° della città
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Bergamo mai vista!
Il percorso si conclude sulla terrazza della torre: una fotografia panoramica evidenzia gli edifici più significativi visibili dai suoi 45 metri di altezza, con l’indicazione del periodo storico cui risalgono. Avrete l’opportunità di vedere Bergamo da una prospettiva inusuale: da un lato si ammira città alta, la parte più antica, circondata dalle mura; voltandovi a destra potete vedere gli edifici del centro piacentiniano e il Sentierone. L’affaccio successivo è rivolto a sud, dove appare la fine del viale che collega Città Alta alla stazione ferroviaria. L’ultimo lato mostra l’espansione di Bergamo verso la pianura, nella direzione di Milano.
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Dal 1 marzo al 4 novembre
Sabato/domenica e festivi 10-13 | 15-18
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Chiuso a Natale e Capodanno
L’edificio non è munito di soluzioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
L’accesso ai luoghi del Museo delle storie di Bergamo è consentito ai cani di piccola taglia solo se all’interno di un trasportino. È sempre consentito l’accesso ai cani per non vedenti.
Intero 5€
Ridotto 3€
18-26 anni, gruppi di almeno 15 ps, convenzioni
Gratuito
0-17 anni, Amici del Museo storico di Bergamo, persona con disabilità e accompagnatore, soci ICOM, giornalisti, guide abilitate, Abbonamento Musei Lombardia